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Fallacia della Proof of Stake

La sicurezza della conferma richiede che una persona abbia l'autorità per ordinare le transazioni. Bitcoin assegna periodicamente questa autorità al miner che produce la più grande prova di lavoro (proof-of-work). Tutte le forme di lavoro si riducono necessariamente al consumo di energia. È fondamentale che questo tipo di prova sia indipendente dalla storia della catena. Possiamo riferirci ad essa come ad una prova "esterna".

Ogni altra fonte di autorità deputata all'ordinamento è, di conseguenza, dipendente dalla storia della catena; a quest'ultima possiamo riferirci come ad una prova "interna". Esiste una teoria secondo la quale la proof-of-stake (PoS) costituisca un'alternativa comparabile alla proof-of-work (PoW) in termini di sicurezza della conferma. È vero che sia la PoS che la PoW delegano il controllo dell'ordinamento delle transazioni ad una persona che ha il controllo sul più grande quantitativo di una certa forma di capitale.

La distinzione tra le due prove è basata sull'impiego del capitale sottostante. La PoW esclude il capitale che non può essere convertito in lavoro, mentre la PoS esclude tutto il capitale che non può portare all'acquisizione di unità della moneta. Tale differenza ha una conseguenza essenziale per la sicurezza.

Nel Principio degli Altri Mezzi viene mostrato come la resistenza alla censura dipenda dalle persone che pagano i miner per sopraffare il potere del censore. Vincere la censura non è possibile in un sistema PoS, in quanto il censore ha acquisito una partecipazione (stake) maggioritaria e non può essere deposto. Per questa ragione i sistemi PoS non sono resistenti alla censura e la teoria è quindi invalida.


Titolo originale: Proof of Stake Fallacy

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